GUARDANDO IL VUOTO: STAZIONI DI SOLITUDINE

Nella stazione di Venezia Mestre ho appoggiato a terra il mio fido zainetto e, dato che mancavano 10 minuti all’arrivo del mio treno, te notifiche, mi sono appoggiato alla balaustra per fissare il vuoto senza tirare fuori il solito cellulare.

Bel vento oggi, un vento di neve. Ho chiuso gli occhi per inebriarmi.

Poi li ho riaperti e mi sono messo a fissare la folla di gente che aspettava il carro da deportazione che ci portava a casa. Tutti fissavano il vuoto. Vuoto di display e vuoto di anime.

La cosa più angosciante, soprattutto in una stazione grande come quella era che pochi parlavano tra loro. C’era quasi un individualismo assoluto, ognuno immerso in che pensieri o in che conversazioni fasulle.

Comunicazione è occhio a occhio. Si deve sentire magari che gli/le puzza il fiato se no è blaterare con uno schermo.

I messaggi vocali poi hanno uno show tutto loro. Hai centinaia di persone con cui socializzare e invece affidi i tuoi commenti ad alta voce, sempre con quei fottuti auricolari alle orecchie ad un pezzo di plastica animato finchè dura la batteria, poi puoi anche usarlo per bilanciare una tavola con le gambe sbilenche.

Perchè la pur comoda tecnologia, che mi permette di scrivere ste righe, ha reso il mondo e l’uomo occidentale un cimitero ambulante? Con questo vuoto negli occhi e questo silenzio?

Guardando arrivare all’orizzonte il treno, in un soffio di vento gelido, ho pensato a voce alta dicendo: – Ammazza che bel vento –

Una signora non più giovincella mi ha guardato e ha detto:

  • Si, ma che freddo.. –

Sorriso, sorriso.

Forse scomparendo la generazione che è vissuta senza la tecnologia sparirà anche la parola?

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

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