IL DRAMMA DELLA DOMENICA SERA

ODIO LA DOMENICA SERA E TORNARE A LAVORARE

Il dramma della domenica sera comincia già il venerdì pomeriggio ma…

E’ di nuovo domenica sera, un’altra volta. Sembrava stamattina l’inizio del 2019 e invece siamo quasi in febbraio.

Via le luci, via i lustrini natalizi, ma il vicino di casa ha ancora le lucette fuori dalla finestra, evidentemente è amico della bolletta della luce, la vita si mostra nel suo tran tran.

Ripetitivo. Noioso. Riempitivo. Domani è lunedì ma è come se già lo fosse.

La mante che non vive liberamente la quotidianità anticipa i GIORNI SFIGATI E ODIATI con sommo anticipo. la sindrome del Sabato del Villaggio leopardiano.

Come la festa comincia prima così finisce prima.

Così, a meno che uno non faccia lavori turnisti, come facevo un tempo anche io, il fine settimana comincia idealmente il mercoledì pomeriggio, prima serata.

Ci si comincia a guardare in giro, si cazzeggia su Booking, magari una lustrata all’app di Flixbus, metti che ci scappi un viaggetto a Vienna o nella città vicino la tua.

La mente viaggia, viaggia, si glorifica, posso andare ovunque, basta che torno domenica sera, domenica notte.

Mettiamo anche lunedì mattina alle 4. Arrivato il fatidico venerdì, a meno che uno non sia iper motivato, tutto il castello creato da mercoledì sera al massimo fino a giovedì pomeriggio, si sgretola al primo alito di vento.

Già, desso sono libero, posso andare a Vienna o nella città vicino alla mia, posso andare ovunque ma misteriosamente la prenotazione su Booking era una di quelle che si poteva cancellare gratuitamente la sera prima e il posto su Flixbus messa tra le cose da fare.

STOP, tutto finito, non serve più. Quando sei per modo di dire, libero, non serve andare da nessuna parte.

Il concetto di libertà vale di più quando sei costretto a fare quello che non vuoi o che non puoi fare. Come un tesoro. Quando lo trovi te ne freghi altamente e ne cerchi un altro.

Sindrome di Schopenhauer? Sicuramente.

E così veniamo alla domenica sera. Domani tutto d’accapo.

LA mente è già a martedì. Si guardano le ore che passano nel freddo della sera, di domenica sera. Le lancette dei secondi scandiscono il tempo che non tornerà mai più.

Ti senti prigioniero, fottuto. Il dovere chiama, il sistema ci vuole al suo servizio per darci forse 600 euro di pensione.

Intanto la televisione bombarda con spot inutili.

Il tempo non torna, forse è meglio sognare un venerdì per andare a Vienna o stare con qualcuno che amiamo che non possiamo goderci a causa degli impegni lavorativi.

Sognare è bello, la realtà no. ODIO la domenica sera.

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

3 thoughts on “IL DRAMMA DELLA DOMENICA SERA

  1. Ti ringrazio molto per aver visitato il mio blog ed averlo gradito. È sempre un piacere per me.
    I giorni si susseguono e passano le stagioni qui a Roma è già primavera.
    Il vero coraggio credo non sia tanto sognare quanto vivere al meglio il tempo presente senza dicotomie che fanno male.
    shera 🌷

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