BREVEMENTE SU QUELLO CHE CONTA IN QUESTA VITA

Solo due parole, prima di tornare alla riunione docenti, dopo ore di scuola. Stamattina all’alba, attraversando con il treno la pianura, guardavo all’estremo orizzonte le montagne bianche di purezza nevosa, scintillanti, remote e lontane come un miraggio, come un sogno. Le nubi illuminate dai riflessi dell’aurora erano rosso fuoco, come fosse il tramonto e così la neve dei monti. Io, prigioniero del treno e del dovere guardavo questo spettacolo malinconicamente.

Non ancora alla fine della giornata, si sta facendo sera, tra poco sarà notte. Quando tornerò a casa sarà tutto nero, come quando ero partito.

In mezzo una giornata intera che non ho vissuto e che nessuno mi tornerà indietro. Sommato a tante altre giornate simili moltiplicato per settimane, mesi, anni e così sarà anche in futuro. La visione del paesaggio incantato, quasi tolkeniano, che non ho potuto toccare e non lo vedrò mai più in questa prospettiva mi ripaga di una giornata nulla? Tra colleghi infelici che fingono gioia? Per i fottuti soldi? Pensavo e penso, quanti mi servono per la sopravvivenza e quanti li spenderò in cavolate? Vale la pena perdersi giorni, mesi, anni, decenni, la salute e la vita per avere in cambio il nulla? La pensione a 600 euro o meno al mese?

La rassegnazione al sistema vita ripetitiva per fare contenti gli altri ci rende ciechi. Se finiamo sotto il treno, il giorno dopo ci rimpiazzano subito, manodopera, anche a meno soldi non manca. Lo sfruttamento non ha cuore, non ama, se ne frega.

Un’altra giornata è passata, il tramonto illumina di rosso la neve dei monti e la notte incombe. Guardo ciò da lontano, lo farò anche domani e domani e domani e domani.

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

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