GLI SCHIAVI DEL SUPERMERCATO

Al supermercato lavoro schiavista

GLI SCHIAVI DEL SUPERMERCATO

Il mattino alle 6 in punto puntualissimo, aprono il piccolo supermercato della stazione.

Il piccolo esercito di commessi e commesse si da da fare nei minuti prima delle 6 a sistemarsi il cappellino in testa, a lisciarsi la divisa e ascoltare le raccomandazioni del capo responsabile, il kapò di nazi memoria, che istruisce.

Tu fa questo, tu taglia le pizzette, tu dai una bagnata con lo spruzzino alla verdura affinché appaia bella fresca ecc.

Una ragazza si azzarda a chiedere di potere andare un salto in bagno.

Il Kapò alza le spalle e sbuffa. Se devi proprio.

Grazie, inchino.

GLI SCHIAVI DEL SUPERMERCATO

IL SUPERMERCATO APRE ALLE 6 DEL MATTINO

Alle 6 e zero secondi il Kapò apre la porta a vetri del market e un piccolo esercito di affamati viaggiatori e vecchietti che si svegliano presto e devono fare la spesa alle prime luci dell’alba, si accalca e vocia commentando i prezzi sempre più rapina dei generi alimentari.

Tra tanti sbadigli e pochissimi sorrisi le ragazze del banco salumi affettano prosciutto crudo e mortadella.

” Già che c’è può farmi un panino che ho fretta? “

chiede una voluminosa signora. La ragazza dice disi in modo robotico.

La ragazza del bagno ora sta alla cassa, il Kapò la tiene d’occhio, tiene d’occhio tutti i dipendenti, guai GUAI a non sorridere, non salutare, non aiutare i clienti.

Guai lamentarsi, guai avere NECESSITA’ DI ANDARE AL CESSO!

FATTELA ADDOSSO, il dovere arriva prima sembra far capire il Kapò con i suoi sguardi, le sue mani incrociate al petto, il suo immobilismo.

I suoi occhi però dopo un po’ si mettono a fissare il pavimento.

Forse anche lui non ha una gran vita. Obbedisce a qualcuno sopra di lui e così altri sopra, fino al comando supremo.

Pane, acqua, pizzette, frutta vengono erogate e vendute come una catena di montaggio.

Le 6.15, io devo andare per il mio viaggio da pendolare.

Mi va anche bene, sto seduto. Loro in piedi a turni, forse rimpiazzano qualcuno in malattia, sfruttamento temporaneo per pochi soldi.

Forse qualcuna si lamenterá in silenzio però, il kapò non vuole sentire storie.

Chi trasgredisce…quella è la porta.

Non ci mancano nuovi schiavi.

Così a turni fino alle 21 e domani avanti.

Avanti, senza fine.

Albert febbraio 2021

Il lavoro da schiavi al supermercato

 

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

4 thoughts on “GLI SCHIAVI DEL SUPERMERCATO

  1. Non solo lì, ci sono dappertutto…la lista sarebbe troppo lunga.Ecco perché i ricchi si fanno sempre piu ricchi..i poveri sempre piu povero,e in più aumentano…come gli affitti,solo gli stipendi sono da fame,ma…di questo nessuno si interessa.Stipendi da FAME..ci dovrebbe essere una regola di pagamento per legge,per poter vivere dignitosamente…senza vergognarsi di essere un cittadino ONESTO.
    Grazie!

    1. Ciao. Quello che dici è la pura verità. Odio vedere come vengono trattate tante categorie di lavoratori, malpagate, sfruttate, maltrattate da gentaglia, vedi caso sopra, che pretende di avere sempre ragione, tipo i clienti dei supermercati nei confronti delle cassiere. Non è tutta un’erba un fascio ma quasi

  2. Anch’io inorridisco all’idea che possano esistere vite così (dico “vite” perché al lavoro ci si passa davvero tantissimo tempo).
    Però c’è anche di peggio.
    E ho imparato che il cervello si abitua a tutto.
    Poi magari un giorno trovano un posto in un supermercato migliore e danno le dimissioni.

    Qualunque lavoro è una schiavitù (anche il lavoro autonomo) ma un conto è fare gli schiavi raccogliendo pomodori e un altro è farlo in ufficio con riscaldamento e aria condizionata (guadagnando anche di più).
    Quindi non mi lamento e invecchio serenamente da buon coglione.

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