Questa mattina in treno, salgono due tipe di 50 anni, forse, non si capisce più bene l’età e parlottano tra loro che più tardi, loro e l’ufficio, andranno ad un funerale.
“Il povero …. morto a soli 48 anni, povero, com’è possibile. Poveretto..era tanto stressato. Ma io lo avevo capito e gli avevo parlato. Ma lui…tipo difficile…strano…ma era tanto bravo e buono nel suo. Noi e l’ufficio andremo al funerale. Poveretto..giovane…morto..amen.
Sottolineavano, meno male che non era sposato quindi poco male, non lascia vedove in lacrime e orfani in balia della tempesta.
Anche nella morte una persona deve essere identificata con qualcosa. L’ufficio, lo stress, tipo strano..un poco eh non tanto, era single. Meno male.
La morte arriva a tutte le età, nessuno è esente. Muoiono tanti ragazzini, ventenni, trentenni. A quaranta poi è quasi un primo test su come hai condotto la vita. Una selezione. Pensavo fossero chiacchiere, terrorismo verbale, invece è vero. Lo si legge sui cartelloni delle testate giornalistiche, si sente, si viene a sapere. Ma etichettare un essere umano deceduto in mezza età coi soliti stereotipi della cozzaglia generalizzatrice..beh no. No e no.
Ogni istante è un dono
¿Cuál es tu reacción?

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E hai proprio ragione!!!
Vero,
… no e no
Esatto ma nel ragionamento spesso va così. Ciao!