IN UN BAR CINESE, CON 50 CENTESIMI TUTTO SERVITO. LA TACCAGNERIA

Succede una domenica che…un signore va in un baretto gestito da cinesi e ordina una bottiglietta d’acqua naturale. Naturale ovviamente, probabilmente quella frizzante sarebbe costata qualche cent di più. Il signore, dopo non aver degnato di uno sguardo il “barman” prende la sua acquetta e si siede su un tavolino, abbastanza kitsch, forse neanche pulitissimo, e si avventa sui quotidiani appoggiati sopra. Guarda osserva dietro gli occhiali unti e alza la mano verso l’omino dietro il banco.

Questo giornale è di ieri. Sbotta. L’omino sorride e chiama una ragazza che lo sostituisca un attimo. Poi dice – Adesso vado prendere nuovo, scusa, scusa . Il signore grugnisce e intanto si avventa sulla Gazzetta sportiva. Sorseggia l’acquetta e, dopo avere commentato con un tizio che le milanesi del calcio orami fanno pena, guarda la ragazza minuta dietro il banco che gioca col cellulare. Chiede con poca grazia se può avere qualche nocciolina o una ciotola di patate o popcorn. La donnina dice di si, prende un paio di ceste, le riempie sicuramente da un recipiente che contiene gli avanzi di ieri e serve il cliente. Nel frattempo arrivano i quotidiani nuovi e il signore, senza ringraziare, si mette a leggere spostando le pagine con le dita unte di snacks.

Letta ad un articolo, solitamente i più idioti o faziosi messi là per essere letti dai gonzi, commento con la bocca piena, sputacchiando qua e là alle imprese del governo, ai russi che dovrebbero stare a casa sua e non solo i russi, al fatto che l’economia fa sempre più schifo, lo pensa lui, non ha neanche letto una riga dell’articolo ma..che vuoi farci, chi si fida dei giornali. E, con un paio di palate di mani, fa fuori tutti gli snacks. Per terra un casino di briciole, ma chi se ne frega pensa sicuramente, sempre che se ne sia accorto. Già che siamo, diamo anche una letta ai quotidiani del giorno prima, il mondo non è che cambia dall’oggi al domani, a meno che non capiti un 11 settembre improvviso o la rivoluzione contro i poteri forti nel mondo occidentale. Ma lui dubita, anche io.

Già che ci siamo, portami ancora un po’ di noccioline e altro. Il “barman” porta anche alcuni tramezzini avanzati da chissà quando, li taglia per traversi e via. Due palate, sfoglio di pagine, occhiata al cell, Nokia 3310, pulita sulle braghe della tuta e ultimo sorsetto alla boccia dell’acqua. Semi rutto, nascosto dalla mano, un salto al bagno, arriva intanto qualcuno che lo conosce, saluti, pacche sulle spalle con le mani unte, battute su sti cinesi che farebbero meglio a tornare a casa propria, che sono vittime della mafia e ci stanno comprando tutto, paga, 50 cents. Bevuta, merenda giornale, anzi giornali, ho ammazzato mezza mattina, posso tornare a casa da quella rompiballe di mia moglie.

Si stava bene quando si stava peggio, dice all’amico XY con un cenno della mano. L’amico XY ride e immerge le mani nella ciotolina delle noccioline. Anche lui va là per quello, più o meno tutti. Qualche volta ci scappa un buon (?) bicchiere di prugna o un bianchetto, ma rigorosamente alla spina che non va oltre gli 80 cents. Da bottiglia parliamo di 1.50 forse 1,80 euro. Meglio avere lo stesso risultato con poco.

Camminando per le strade di periferia, in una domenica mattina.

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

8 thoughts on “IN UN BAR CINESE, CON 50 CENTESIMI TUTTO SERVITO. LA TACCAGNERIA

  1. Non invidio chi si stressa dalla mattina alla sera (perché, senza lavoro, non saprebbe come occupare il tempo), ma anche questa vita dev’essere davvero una vita insulsa…

  2. Bello assai questo racconto! Complimenti, hai saputo donarmi l’essenza dell’accaduto, mi sono anche divertita! Eppure la vita di periferia domanda e restituisce dell’esistenze incredibili! Da farci un corto! Ancora complimenti

    1. Grazie Bia. In questi baretti da periferia, mettendosi in disparte a guardare ste scenette, ce ne sarebbero a bizzeffe, impari un sacco di cose. Nel nord est dove in ogni paesetti c’è la scuola, la chiesa, forse un’ edicola coi suoi km di gratta e perdi e l’immancabile bar cinese. E i risparmiatori/scrocconi seriali. Un saluto

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