Dai finestrini del treno le zolle della campagna sono grosse e secche dalla prolungata siccità. Ancore tutto è spoglio e brullo ma c’è nell’esposizione solare e nell’aria un antico sapere che precede la primavera. È bello sentirlo, un senso di dolcezza e pace. Sarà l’ora del pomeriggio.
Sui sedili davanti di me una ragazza liceale si lamenta che Pippo, nome di fantasia, è uno stronzo e che Gina, nome di fantasia, è falsa e dai facili costumi. Come ha osato corteggiare Pippo?
Sul sedile destro un signore dorme con la bocca aperta, altrove tanti cellulari e pochi libri non fanno decollare nessun discorso.
Le liceali scendono ad una stazione anonima e vanno per la loro vita. Verso qualche altro Pippo. Le cornacchie si posano sulle antenne delle case e scrutano l’orizzonte.
Pomeriggio.
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