IN TRENO LA PIOGGIA COME UNA FRUSTA SUGLI STUDENTI E SUGLI OPERAI
Dopo l’ozio festaiolo dei ponti, si ritorna dunque on the road. In treno. La prima cosa che cambia è l’orario. Basta sveglia con calma, ma tutto di nuovo ben organizzato. L’unica gioia vedere di nuovo le montagne innevate all’alba, baciate dal sole, bianche di neve.
Il resto la pianura bagnata da una pioggia deprimente. E alle stazioni, alla raccolta schiavi/deportati si vede benissimo.
Una coppietta di studenti lei e lui si siedono sui sedili appoggiando di peso il fido Eastpak sul pavimento.
Lei si toglie un auricolare e bofonchia. È finita è finita. Appena cominciati sti due(due?) giorni di festa di nuovo nella merda. Lui non si toglie neppure gli auricolari ma annuisce. È vero, non ho studiato nulla, il tempo fa schifo, fa freddo. Sono depressa continua lei facendo gocciolare l’ombrello sullo zaino di scuola.
Lui non dice nulla ma è d’accordo. La stazione dopo scendono sconsolati assieme agli altri liceali con le mani in tasca e il cappuccio in testa.
Verso la grigia prigione.
LA SCHIAVITÙ DEI PENDOLARI DEI CANTIERI NAVALI DI MARGHERA
I lavoratori dei cantieri navali di Marghera fissano il vuoto biascicando ogni tanto qualche parola, tanti dormono. C’è una nave da consegnare presto, non ci sarà tanta pacchia.
Il tempo della Resurrezione sembra un lontano ricordo, si torna agli inferi.
Un silenzio triste avvolge il treno del mattino mentre la pioggia batte forte sulle vetrate, come colpi di frusta di un non voluto destino.
Albert, marzo 2019
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Ma come scrivi bene complimenti
È la realtà che su fa scrivere. Grazie
Non basta vederla bisogna saperla raccontare e tu sei eccellente.
☺
Ciao, grazie per il following
Grazie a te!
Molto ben descritta l’ insofferenza alla routine che si acuisce col brutto tempo. Eppure nessun giorno è mai identico nel viaggio della vita…buona giornata!
Grazie Elisa. O sei tu a vincere la routine o vince lei. Sta nel carattere delle persone ritagliarsi un posto speciale nella realtà. Non facile, non impossibile