Seduta con le mani attorno alle ginocchia, come in un abbraccio, guardi le onde del mare infrangersi sugli scogli. Gli spruzzi si fanno tempestosi, in questa sera, alla penombra di un altro giorno che è finito. Le gocce volano nell’aria tersa, il canto del gabbiano si fa lontano, come l’amore che non c’è più.
La gelosia rode nel profondo dell’anima, mentre il ghiaccio nel cuore si fà spesso, duro, doloroso e mortale.
Quello che si chiamava amore sta tenendo le mani di un’altra. Lo sai. Il volto si irrora di dolore e le lacrime si confondono con le onde che si infrangono.
Ormai è notte, ma tu sei ancora là a sperare un ritorno, una buona notizia, un’attesa…
Sono un insegnante della scuola primaria e insegno ai nani, penso di riuscirci.
Sono attratto dalla cultura e dall'underground. Cultura come apertura mentale. Underground come alternativo.
Racconto storie. Storie, quello che mi capita guardando una foto, senza pianificare niente. Quello che mi viene, viene.
Persone strane, divertenti, fastidiose, dolci, erotiche, pazzerelle.
Stati d'animo votati a paesaggi nevosi, tristi e mostruosamente pieni di spettri. Spettri
dell'anima votata alla rassegnazione o alla memoria. Qualche volta a lieto fine.
Racconto storie senza pianificarle perchè raccontare storie è raccontare la parte nascosta di sè.
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Gelosia…brutta malattia… 😀
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Una gran rogna 😉
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