Dove va la gente, nei treni, di sera?

Dove va la gente nei treni serali, al buio che scende nelle stazioni minori, quelle da poche case illuminate nell’immensa pianura?

Qualcuno vestito da operaio, ragazze e ragazzi soli con il loro sguardo distante che fissano il vuoto fuori dal finestrino, tra un tutumm tutumm e altri tutumm. Il treno si ferma, nessuno dice una parola, escono e la notte li inghiotte.

Verso dove, verso quale vita, verso quale affetto o solitudine? I giorni passano, tutto passa, diventano tramonto e notte.

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

23 thoughts on “Dove va la gente, nei treni, di sera?

  1. Il treno come metafora di un futuro incerto o ancora non scritto mi piace molto. È un paragone perfetto. Poi io che utilizzo spesso i treni non posso fare altro che ritornarmi in questo scritto.

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