
Doonnn, dooonnnn, suona l’orologio antico nella sala della vecchia casa, quella su un lago scuro scuro, nero come la notte più nera.
Sprofondati in una poltrona polverosa, con un saggio su Lovecraft in mano, il sonno viene rapido. Sonno nervoso, insicuro. Il dormiveglia non rende giustizia al riposo della mente e del corpo.
Si sta comodi, non c’è rumore, non c’è anima viva.
Nessuno turba la vita, nessuno turba la morte.
Dal profondo, non si sa bene da dove, forse dal lago, forse dal profondo della nostre paure esce una figura che si affaccia alla finestra della nostra serata, della nostra vita, del nostro destino.
La figura ci guarda senza dire nulla. Sarà un’immagine vera? Sarà un incubo?
Le giornate si fanno sempre più tenebrose, le paure insite nella nostra anima ci tormentano. Si confrontano con la nostra scomoda realtà.
Dal profondo qualcosa ci chiama e si affaccia ad una finestra.
Per farla entrare o averne paura. Una paura mostruosamente vera.
Albert 26/11/2019 Gazzera/Mestre (Ve)
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Penso che l’immagine di Michael Myers sia perfetta per descrivere il tuo breve racconto. La domanda è: da cosa nasce questa paura? dall’ignoto, da ciò che abbiamo dentro? A volte si tende ad aver paura e basta.
Ma sai che non so. A dire il vero mi piaceva quella foto che ispirava qualcosa che viene dagli abissi, tipo The fog di Stephen King anche se là
The mist, anche se la centra la nebbia piú che l’acqua. Ma il concetto di cose che provengono da mondi ignoti o da noi stessi è identico. Mi piacciono pure le atmosfere gotiche di H.P. Lovecraft, quel suo intreccio psicologico che prende e rapisce. Racconto brevissimo si, oggi la gente non legge robe lunghe, bisogna dire quello che devi dire in poche battute possibilmente che lasciano un segno 😉
Il mondo mordi e fuggi.
Così è
Spesso le paure si materializzano…nella nostra mente.
eccezionale !
Grazie Gianmarco 😉