
Nel tempo della chiusura e di una nuova forma di prigionia, cambia il nome, non la situazione, il colore che più porta vita è il verde…
…ma non per le solite frasi fatte, come verde speranza o altro.
Su quel bel promontorio che dava sul mare, sterminato sotto, il fatto di essere idealisti e più giovani, ci faceva correre lungo le vecchie scale dei pescatori, oltrepassare con incoscienza la ferrovia e poi volare vivendo veramente la vita nell’attualità più vera, autentica, reale.
Il colore del mare, quello accanto la baia, era davvero verde smeraldo. Che tuffi da quegli scogli, che sorrisi, che gioia.
Non avevamo soldi, forse due lire di numero per prendere qualcosa al chioschetto. Ma non importava. Al tramonto, dopo ore di sole di ritorno con meno slancio su per le scale, di nuovo oltre la ferrovia e il promontorio.
Io non credo che ogni epoca della vita siano giuste per l’idealismo e per la gioia autentica.
Ora siamo qua chiusi in una gabbia e quando finirà torneremo in un’altra.
Osare è coraggio, coraggio è audacia, audacia è temeraria.
Chi non osa non ha nulla, solo rimpianti.
Albert 14/4/2020
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Che bel pensiero
Grazie esimio, il camminare per l’erba mi ha ispirato una storia verde 🙂
La chiusa è accattivante.
Grassie Fulvia 🙂