Primavera

Se mi aspetti ancora cinque minuti ti darò il più bel tesoro che tu possa sognare. Va bene, cinque minuti.

L’aria del mattino era gelida come fosse pieno inverno, nonostante aprile inoltrato. Sulle vette più alte brillava ancora la neve, allungando le mani sembrava potessi toccarla

Attorno i prati, induriti dal gelo, cominciavano a coprirsi di piccoli timidi fiori. Dal bosco si sentiva il canto degli uccelli e quel meraviglioso profumo di resina che rende tutto vitale, pulsante, magico.

Non c’era nessuno in giro a parte quella voce che mi diceva di aspettare. La natura montana attorno dava carica, energia, voglia di saltare, gridare, amare.

Insomma mi dai questo tesoro?

La voce tornò ed aveva la voce del vento e profumo di fiori. Leggera come nuvole, misteriosa come il fitto dei boschi.

…..Il tesoro che ti darò è il più grande di tutti, sussurrò, si chiama…

…Libertà!

A. 20/4/2020

 

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

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