
Elettrica era un tipo strano che viveva in una piccola casetta autonoma alla periferia di una paesello della bassa padana emiliana ai nostri tempi o forse a qualche tempo fa.
Non tanto tempo fa, rasente l’attualità, ma l’attualità ad Elettrica non importava granchè.
Una casettina, senza nessun eufemismo o esagerazione. Ci viveva da sola a vent’anni, la mamma stava poco lontano, ci teneva molto a starsene per bene da sola.
Sola con le sue idee, le sue convinzioni, le sue TEORIE esistenziali e le cose che una brava ragazza di vent’anni doveva fare.
Una ragazza coi capelli rosso fuoco, tutti suoi naturali,
La ragazza, che amava essere chiamata TIZIA o non essere chiamata proprio perchè la mamma le aveva dato il nome di Elettrica.
Elettrica non amava il suo nome. Con tanti nomi disponibili le aveva scelto proprio quello più improbabilmente esistente.
Non esiste il mio nome, pensava spesso davanti al suo amico specchio delle sue brame.
Quindi io non esisto!
ELETTRICA SUBISCE IL BULLISMO
Oggetto del più becero bullismo durante gli schifosi anni di scuola, tipo ehi scusa se ti tocco prendo la scossa oppure negli anni delle superiori, scusa Elettrica, se qualcuno ti scopa gli prende fuoco l’uccello?
E altri commenti infami simili.
Elettrica ovviamente si incazzava come una iena e menava tutti quelli che osavano darle fastidio. Ci riusciva alla grande.
La madre, dato che il caro paparino se l’era svignata a prendere un pacchetto di sigarette appena ricevuta notizia che sarebbe diventato padre, riceveva convocazioni da scuola per il comportamento estremamente, ripetiamo estremamente, violento della figlia adolescente ribelle con mille grilli per la testa, poca voglia di studiare, dalla mano facile e dai calci ancora di più.
Appena appariva in classe e in corridoio, i compagni di classe si spostavano.
Passati i primi tempi dello squallido bullismo, avevano capito che nel sedere le prendevano loro, pedate pesanti come incudini.
Quindi Ele era spesso nei guai, quindi mamma a scuola a tentare di giustificare la strana figlia dal nome ancora più strano, nome che le aveva dato lei. Mamma scostante, Elettrica era cresciuta più da sola che in compagnia. E le parole di giustifica dette alla dirigente scolastica…davanti alle prof…
Sa, sono da sola, faccio lavori precari, niente da fare, la prof, la dirigente ovviamente era contro queste scuse. Se ne fregavano alla grande.
Elettrica cresceva selvaggia nella bassa pianura, tra la nebbia e la campagna. I suoi capelli rosso fuoco si incendiavano quando il sole spariva dietro i pioppeti che circondavano i canali. Allora andava in bici a cercare..
..a cercare non lo sapeva bene neanche lei. Cercare “qualcosa” questo qualcosa che sulla sgangherata bicicletta che aveva più i pneumatici più a terra che gonfiati, Elettrica non lo sapeva.
Elettrica andava, viveva alla selvaggia e non sapeva.
D’altronde chi ha le idee chiare sul proprio destino?
Albert 20/5/2020
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Nuovo personaggio o sono io che arrivo in ritardo?
Ahah non so, ieri sera ascoltavo un video di elettronica tedesca e mi è venuto da scrivere queste righe dopo avere visto le ragazze che ballavano
Speravo fosse la nuova Steffy…
Ma no, Steffy è dandy e godereccia del lusso questa è una gatta selvatica 😂
Appunto, pensavo che avessi cambiato personaggio.🙂
Nooo no, Stefania deve combinare ancora un po’ di casino e fare altre riflessioni strambe prima di sparire 😉
A me piace Elettrica e ti rubo l’immagine 😉
Hai fatto bene Simo 😉 Mi piace sto disegno femminile, molto erotico 🙂
Mi piace il fatto che sia selvaggia, selvatica, è sexi 😉
Davvero, ispira proprio questo. Dovevo chiamarla Selvaggia, cavolo 🙁
Che bel racconto.
Grazie esimio, sempre un onore per me 🙂
Elettrica…un nome un destino.
Da capire se un destino sfigato depresso o da guerriera vincente 🙂
Spero tu ce lo farai sapere… 😉