Elettrica Polemica

Elettrica di nome ed elettrica di pensiero, rossa di capelli e di pensiero, seguiva il correre delle stagioni con apatia.

Non che fosse insensibile e apatica, non che fosse una piattola depressa, anzi.

Pensava e rifletteva continuamente in che modo potere cambiare il mondo e l’avvenire di una parte dell’umanità, lei povera ragazza sfigata di un buco del nulla di provincia.

Ma ci rifletteva sopra eccome, eccome cavolo, perchè…

…perchè chi non usava la zucca era meglio che si fosse legato una pietra attorno al collo e si fosse buttato nel fiume.

Addio babbeo, il pianeta avrà più ossigeno.

Elettrica su queste questioni era una maestra di polemica, anche la sua maestra delle elementari glielo ricordava, SEI SEMPRE POLEMICA!

In parole povere sei una rompiballe, come il tuo nome strano, come i tuoi capelli strani, come il tuo modo di camminare altezzoso strano, come la tua vocina stridula strana.

Come i tuoi PUGNI REALI, ecchecavolo, altro che strani.

Quelli andavano sempre nella direzione giusta…

…andavano e volavano sulle mascelle giuste, sulle pance giuste e i suoi piedi andavano nei fondoschiena giusti, cazzarola, altro che se andavano.

Un pomeriggio caldo estivo se ne stava stravaccata sull’ansa del fiume giocando a videogiochi di avventure nella giungla col suo portatile, e le veniva in mente le volte in cui avevano osato farsi beffe di lei, di prenderla in giro per i suoi capelli rossi e per il suo modo di fare asociale e silenzioso, si solitario diciamolo pure, una che se ne stava per i cavoli suoi e non socializzava…

EHI TU Elettrica, sei proprio deficiente e cretina, scema, scema. Dopo una settimana nessuno l’aveva chiamata più nè scema, nè strana, nè asociale nè cretina. Li aveva presi a sberle, li aveva buttati per terra, li aveva presi a calci.

Si era fatta RISPETTARE e temere. Povera mamma, pensava ogni tanto quando sua madre andava dalla maestra poveraccia, dalle prof stronze, dalla preside stronza a spiegare e giustificarla.

Ma si, dovete capirla, il padre l’ha abbandonata..è andato a prendere le sigarette e non è ancora tornato…cavolate!

Mi faccio gli affari miei, i miei compagni di classe sono dei poveri idioti senza ideali, tutti sono poveri idioti, tutti meno io!

Con la foga di una tigre prendeva una pietra pesante, facendosi a volte sanguinare le mani e la lanciava nel fiume con un grido.

Doveva sfogarsi. Ma crescendo evitava queste performance…si rovinava le unghie e un pò ci teneva a non essere troppo selvatica. Ma…

…ma Elettrica sapeva che gli eroi sono tutti giovani e belli.

Lo cantava un tizio barbuto, un certo Francesco, in una bella e struggente canzone che diceva che doveva trionfare la giustizia proletaria e si sarebbe innalzata la fiaccola dell’anarchia.

Che belle parole…la canzone era vecchia, forse era di un altro tempo. Quando la ascoltava si commuoveva ed era una delle rare volte in cui le capitava.

Gli eroi sono tutti giovani e belli, lei era giovane, povera e bella. Elettrica, ribelle, la stessa forza della dinamite. La fiaccola dell’anarchia.

Albert 24/6/2020

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

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