
ELETTRICA E LA SUA TABULA RASA ESISTENZIALE
Elettrica, rossa di capelli, di carattere e di riflessioni, aveva considerazione TABULA RASA, in genere dell’umanità intera.
In una realtà di venduti al sistema, schiavi della tecnologia, persone (babbei, capre, idioti ed altro, secondo il suo pensiero poco democratico), le persone della sua generazione erano davvero ben poca cosa, per non dire il nulla.
Chi si accontentava di passare le giornate della vita tanto per esistere, senza un nobile ideale rivoluzionario, senza un sostanzioso progetto di vita, che appunto contemplasse un’azione rivoluzionaria, chi sognava solamente i quattro soldi del fine settimana…
…per andarsi ad ubriacare al bar del paesello…
…mangiare patate e snacks a scrocco e parlare di boiate sui social network, non andavano nemmeno presi in considerazione…
…e ce n’erano tanti, tantissimi, cavoli accidenti, cazzarola!
Pensava Elettrica nel suo frequente fissarsi allo specchio per trovare smorfie facciali consone alla sua fama di “ragazza pericolosa”, fuori di testa, idealista da due soldi, venditrice di fumo, chiacchierona ecc.
Parole che si era sentita dire nel corso della sua ancora breve esistenza sul pianeta Terra da cosiddetti ex amici (il nulla), parenti, conoscenti, insegnanti (altri nulla, del nulla più nulla che fa il nulla periodico all’ennesima potenza).
Sinceramente, anche se a queste parole rimaneva impassibile, con uno sguardo ferreo, impassibile ad ogni provocazione, magnetica negli occhi e dalla bocca priva di ogni sorriso o quasi, ci rimaneva male.
Ci rimaneva male perchè era sicura al 100% di avere ragione e di non essere capita.
Gli altri non volevano capirla, se ne fregavano.
Il mondo stava andando verso la distruzione, la società andava a rotoli, lei proponeva soluzioni, proponeva, adesso di era rotta le scatole.
ELETTRICA SI FRIGGE NELLA CALURA ESTIVA
Nella caldana estiva della pianura, pedalava con calma lungo la strada dell’argine del grande fiume, con i capelli rossi che le volavano al vento, il vento che soffiava tra i pioppi e le betulle.
Quando c’era il vento si sentiva felice e se era sicura che non c’era nessuno ad ascoltarla, si metteva a cantare. Cantava anche bene, non era male.
Cantare e sognare, non rimaneva altro da fare in quella schifezza di luogo.
Raggiunto l’argine alto si sedeva sull’erba a guardare il fiume e smetteva di cantare, un filo d’erba in bocca, tipo Huckleberry Finn del romanzo di Mark Twain.
Era un libro per altre generazioni ma a lei era piaciuto.
Parlava di libertà, un argomento che a lei piaceva in bomba. In bomba, magari averne un paio per mettere in pratica un pò di giustizia come Dio comanda.
Altro che chiacchierona venditrice di fumo, idealista da due soldi.
Se non aveva la possibilità di mettere in pratica, se non trovava un suo esercito solo qualche buon compagno di lotta…da sola non avrebbe potuto fare grandi cose, se non figuracce.
Il sole scendeva dietro la linea del fiume, il colore del tramonto le illuminava gli occhi di rosso, come i suoi capelli, le sue idee e la sua indole. Elettrica a volte si rimetteva a cantare.
A volte si metteva a piangere.
Albert 14/7/2020
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Anche commovente.
Dici? E’ vero, povera Ele in questo mondo anti idealista 😉
Non c’è spazio per gli idealisti in questo mondo
Questo mondo è fatto di fatti.
Bisognerà che qualcuno glielo spieghi.
Ahi ahi decisamente no 😖
Thank you for visiting and following my blog!
You are welcome 🙂
Nice
Thank you 🙂
Bel personaggio. Contro il paradigma e il leviatano. Non male!
Grazie mille Fritz. Il leviatano..interessante esempio 🙂