
Noi bambini e le bolle di sapone ai tempi della nostra infanzia
Era il rito del tardo pomeriggio sederci sul muretto a fare le bolle di sapone.
Nessuno di noi era un genio, le facevamo così, alla buona soffiando con foga con scarsi risultati, rovesciando a volte il contenuto della boccetta sui pantaloni o…
…talora in bocca presi dalla disattenzione di far vedere agli altri quanto eravamo bravi.
Qualcuno lo era davvero.
Faceva bolle gigantesche che poi riprendeva con l’altro lato del cerchietto per farne un’altra gigantesca…
…che si attaccava all’altra e poi riprendeva e così a lungo finchè scoppiava.
Rimaneva sul cerchietto così una patina di sapone e con una sola immersione nella boccetta…
…prendendole e riprendendole al volo, ne faceva una quantità numerica impressionante.
Per noi più schiappe, il sapone finiva prima del previsto, quindi dovevamo restare a guardare il bravo di turno sperando che inciampasse…
…che gli cadesse il sapone per terra.
BEN TI STA!!!
Ma non succedeva mai, purtroppo.
Ogni tanto capitava la fanciulla del cuore tanto sognata e ci stava a guardare.
Per l’emozione i risultati erano ancora più scarsi del previsto a parte il solito “secchione” che la incantava con le sue performance e noi zitti e muti.
Le bolle, sapone permettendo, duravano prima del buio, poi si doveva tornare a casa per la cena, per i compiti, per imprevisti.
Se ne facevano ancora un paio che volavano alte nell’alito del vento serale e…
…se erano buone sparivano dalla nostra vista…ma…
…qualcuno diceva che potevano volare fino all’altra parte del mondo,
…altri che scoppiavano subito, altri non dicevano niente, le guardavano con le mani in tasca finchè non rimaneva nulla.
Albert 10/10/2020

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Un bel ricordo per me
Racconto molto bello.
Grazie mille 😊
Bel racconto, posso ribloggarlo domani sera?
Naturalmente grazie per la tua attenzione 😊
Grazie a te per la cortese disponibilità.
Grazie a te 🙂
Sono come i nostri sogni: qualcuno dice che possono arrivare dall’altra parte del mondo o infrangersi subito.
Magnifico racconto…
Grazie Federico. Mi piace nei racconti brevi un finale senza risposte certe, lasciando nell’incertezza…o un pò amaro. La vita insegna così 🙂
Hai ragione: anche il lettore alla sua responsabilità nel racconto.
Dobbiamo donare emozioni infatti
Racconto meraviglioso, ho viaggiato con la mente nei ricordi della mia infanzia, mi piaceva molto giocare con le bolle di sapone! 😊♥️
Grazie carissima 🙂 piacevano e piacciono ancora anche a me le bolle di sapone 🙂
Ricordi dolcissimi…
Dai, grazie, in effetti lo sono veramente 🙂
Adoro le bolle di sapone…bel racconto, mi hai fatto volare su ricordi meravigliosi.
😄 si anche io. Guardavo per caso foto di pupe gnoccolose che facevano bolle di sapone e mi è venuta questa idea andando nel passato e dimenticando le pupe 😊
😂😂😂😂😂
ogni tanto le faccio ancora 🙂
Anche io, sono passato dal ruolo sfigato del racconto a ruolo top. Con decenni di ritardo 😖😄
non importa quando 😀
ahah, già, prima o poi ci arriviamo tutti alla soluzione 😉
Anche alla regressione… ero molto più brava a fare i fischi da montanara da piccola 😉
Io invece me li sono imparati da grande (per fischiare agli alunni a ginnastica) prendendo esempio da Heidi, quando, impedita, seguiva le lezioni di Peter e del Vecchio dell’Alpe
Ma che bello questo racconto
Grazie, caro esimio 🙂