Storie di adolescenti negli 80 @ Racconti giovanili di periferia e della provincia italiana

....Poi c’era l’immancabile compagnia.

Gli amici di scuola del momento, gli ex compagni di scuola degli anni precedenti, quelli dell’oratorio, del bar o amici di amici che portavano altri amici.

Semplicemente una compagnia.

Per chi ha qualche anno in più dell’adolescenza la parola compagnia suscita subito una miriade di emozioni e sentimenti, come potrebbe essere altrimenti se no.

Noi ne avevamo un paio, ma la più tosta era la compagnia del bus 49.

Il nome era stato deciso a caso dal momento che ci incontravamo sempre al capolinea del bus 49, la linea che faceva il giro della periferia ovest, fra palazzi anonimi e grigi costruiti nei primi anni 70, frutto del forte urbanesimo di quel tempo.

Proprio ieri ho incontrato un ex amico del “gruppo del 49” non lo vedevo da 25 anni è stato come un flash nella notte.

Lui, Marco, il metallaro, il più figo, tosto di tutti noi. un capellone fiero e ribelle, alternativo da fare paura, ora dei capelli nessuna traccia.

Ehilà, ehilà bello. Hai perso i capelli per strada vedo o è il tuo nuovo look? Marco mi fissa ironicamente e alza le spalle. Il tempo dei capelli è finito, caro mio. ERANO altri TEMPI.

Altri tempi già. Marco se ne va appesantito dalla vita, va tutto bene, ha detto, si va avanti.

Già si va avanti, parole che dentro di me hanno sempre lasciato un senso di profonda amarezza ma…

…ma così sembra essere.

 

La compagnia del 49 era veramente un gruppo tosto, aveva tutti i requisiti e difetti di ogni gruppo di amici, veri e presunti.

C’era il nucleo storico, ovvero i tre ragazzi delle medie che si erano frequentati sin dall’infanzia e man mano si erano uniti altre persone, ragazzi e ragazze, amici dei tre, poi amici degli altri e così via.

Nel momento del massimo splendore eravamo circa 25 persone, maschi in maggioranza, ma non mancavano le girls, statuarie, meravigliose, irraggiungibili per i più sfigati, ovvero la maggior parte di noi.

Come in tutte le ingiustizie, atteggiamento Kriminale, per dirla col gergo dell’epoca, i più tosti e massicci del gruppo cuccavano alla stragrande, le girls più gnocche della compa, della compagnia, erano tutte per loro.

Passavano da un flirt all’altro, dal citato Marco il metal Kid, metalhead, a Franco detto Frank, lo yuppie ad Andrea, etereo affascinante e cadaverico di ispirazione dark/post punk.

Quando arrivava da lontano, con le sue croci al collo e il gel fresco messo di nascosto appena uscito di casa per non farsi riprendere dai genitori…

…quando arrivava era uno sballo. E di cultura alternativa ne aveva un sacco, cultura del sottosuolo, venute da KRYPTON. Poi cos’era questo Krypton non lo si era mai saputo. E quando parlava…

…una cerchia di affascinati del malessere esistenziale evidenziate dal suo atteggiamento, racconti e sregolati stili di vita, lo seguivano religiosamente.

Andrea diceva sempre che il mondo attuale, la società contemporanea ci vuole fregare con tante belle parole, con tanti slogan messi su neon luminosi e chiacchiere consumistiche.

Inutile stare tanto a menarcela, tutto ciò provoca solo disagio e inganno.

Nei suoi discorsi si accendeva innumerevoli sigarette, anche illecite e la voce si faceva sempre più roca finchè rimaneva in silenzio, probabilmente all’apice del TRIP che si era man mano costruito.

Andrea post punk, il figlio di Krypton, raggiunse presto il sottosuolo.

Esistere nel mondo artificiale, di cemento armato e solitudine non faceva per lui.

Ce lo diceva sempre che un giorno avrebbe fatto cosi e cosi. Così fece…

…da solo, senza dire niente a nessuno, in un buco anonimo, lo fece come aveva sempre vissuto.

In maniera underground e…

avanti…

 

Albert 24/10/2020

 

 

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

17 thoughts on “Storie di adolescenti negli 80 @ Racconti giovanili di periferia e della provincia italiana

        1. Si sì avevo capito. Ma la mancanza di azione e la non attitudine alla lotta contro il dominante, vedi otto mesi a sta parte, crea chiacchiere schermo a schermo invece di faccia a faccia 🤔😊

        2. Uh … sfondi un portone aperto…è da na vita che combatto pure le manganellate me so presa…e non cederò mai alla virtualizzazione dell’umanità.

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