Anni 80: Una domenica con gli amici e la compagnia @ Racconti brevi

Le domeniche di una volta rispetto a quelle di oggi erano sicuramente meno inquadrate in schematici edifici anonimi chiamati centri commerciali o h 24 su cellulari ma ce la passavamo lo stesso più o meno alla grande…

…dove sostavano le mamme con i ragazzini e gli anziani che lanciavano pane ai colombi che poi andavano a lordare le macchine posteggiate nell’adiacente via XYZ. Si era alzata una petizione contro i dispensatori di pane ai piccioni…invano.

Un pomeriggio Piero l’anarchico polemico sulla vita borghese, in verità non c’era nessuno più borghese, anzi basso nobiliare di lui, aveva posteggiato il suo bolide a due ruote, 125 di cilindrata, enduro, sotto un albero e se lo era trovato tutto lordato da un’orda di colombi che si lisciavano il becco dopo l’abbuffata di pane generosamente sonata loro dal povero Tango, uomo mite, probo dal passato oscuro.

Il Piero era andato verso di lui con aria incazzatissima indicando la moto. E ora come la mettiamo? Tango aveva aperto le mani in modo religioso e aveva replicato che bisognava dare da mangiare agli affamati e agli ultimo. Piero aveva replicato che non gliene fregava una mazza degli ultimi. Tango aveva concluso che meglio una merda sulla moto oggi che il nulla domani.

Piero aveva blaterato insulti a dovuta distanza che qua e la, glel’avrebbe fatta pagare (il papi lo avrebbe fatto), Tango si era messo a ridere, Piero si era recato verso il bar stringendo le mani a pugno impotente e ben conscio che avrebbe dovuto pulire da solo il ricordo dei colombi…

…con le sue mani curatissime, poco anarchiche e poco proletarie. Ma si sa, a parole sono tutti il contrario di tutto, i fatti poi smentiscono.

Se la domenica pioveva, quindi andare al giardino era improbabile, ci trovavamo alla fermata dell’autobus 49 vicino al bar della bella Stella. Qualcuno se ne andava al cinema, un paio se ne restavano a casa a studiare o per punizione per averne combinata qualcuna.

Io, Franz Checco il Pilone, Andrea il dark, Piero l’anarchico, Katia la filosofa, Silvia la snob modaiola, Michela la scontrosa.

Più o meno eravamo noi assieme alla fauna umana, il Kid, chiuso nel suo magnifico silenzio di capellone ribelle, il già citato Tango e i suoi cicchetti di whisky e la bella Stella, cui non c’era uno che non ci avesse provato ad entrare nella sua ermetica vita privata.

Entravamo e ci mettevamo al tavolino in fondo, quello vicino al frigo dei gelati con due posacenere in mezzo, tra un vasetto con un fiore mezzo secco e macchie marrone, resti di sigarette un pò ovunque.

Michela, la Miky trovava le macchie e il bar molto OUT, gli avventori ancora di più, l’aria acre di sigarette pestilenziale, nonostante lei contribuisse al tutto fumando come una ciminiera..

…MIA MADRE si incazza perchè quando torno a casa puzzo di sigarette!

Si lamentava fissando la montagna di cicche nel portacenere. Smetti di fumare, le rispondeva il Pilone scocciato. Bravo furbo, sarebbe più indicato sederci all’aperto così così non ci attacchiamo addosso sto fumaccio….

…Ma fuori ci potrebbero riconoscere e poi fare la spia che fumiamo e beviamo. Miky sapeva che aveva torto ma prolungava la polemica avanti, parlando da sola, perchè dare ragione e era…

…era dannatamente fastidioso!

C’era chi prendeva dei ghiaccioli, costavano poco, attenzione alla pecunia, ragazzi, Piero il proletario prendeva una birra da mezzo (lui poteva, aveva sempre denaro in tasca) e non offriva mai un sorso perchè uno con le labbra poteva lasciare qualche germe o batterio e non era il caso…

…ma se era una ragazza…beh, i germi potevano andarsene all’inferno.

La Silvia, ragazza di quarta, era tra queste fortunate. Col suo immancabile rossetto, lasciava un segno rosso sul bordo del bicchiere, cosa che a Piero dava tutt’altro che fastidio.

Anche i filtri di sigaretta della bionda Silvia o Sylvie, come si firmava per darsi apparenza francese e snob, erano rosso fuoco, cosa che alla minuta Katia dava solenne fastidio perchè le conferiva un’aria da sgualdrina.

Katia odiava tutte le ragazze che sminuivano la loro natura di donne con atteggiamenti da zoccole. Valeva per la Silvia, per quella malefica Sophia, con la PH e guai a dire il contrario…

…valeva per quella perfida Erika, compagna di classe che se la faceva con uno di 35 anni con il BMW nuovo fiammante, valeva a dire con più o meno tutte, meno che con sè stessa ovviamente.

Chi dispensa saggezza non può che essere saggio sosteneva la Katia facendo roteare un dito ad occhi chiusi.

Una volta Max il bastardo le aveva detto hai poco da fare la saggia, assomigli alla signorina Rottenmeier di Heidi, quella zitella acida.

Katia, riconosciutasi in parte in quelle parole, aveva pianto amaramente due mesi chiedendo continuamente a tutti ma mi vedi acida? Sono acida? Pensi che sarò una zitellaccia? Ossignur, meglio farla finita. A toccare…

…a toccare la sensibilità di una persona si potevano aprire ferite laceranti che potevano durare vite.

Qualcuno si portava da bere da casa e ogni tanto con la scusa per andare al bagno si scolava un sorso di grappa, tornando sempre più ubriaco.

Le pisciate si facevano sempre più frequenti…il sospetto veniva meno…meno come il tempo che passava nelle domeniche tra amici, polemiche, unite, domeniche ormai finite.

Albert 6/12/2020

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

13 thoughts on “Anni 80: Una domenica con gli amici e la compagnia @ Racconti brevi

    1. Ma certo Filippo, dovevo farlo più corto, ma non c’era verso. Poi ho evitato di mettere troppe parolacce, ma come si fa, tra di noi ce ne dicevamo a tonnellate e rendevano più incisivo il discorso 😉

    1. ahah, dovrebbe si. Oggi (certi) costano 50 cents, quindi 1000 lire, se aumentano i pressi per acqua zuccherata ghiacciata più coloranti anche 1 euro, quindi quasi 2000 lire. Con 2000 lire compravi un pacchetto di sigarette e te ne avanzavano quasi per un ghiacciolo. Insomma, qualcosa è andato storto o mi pare? 😉

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