Ragazze emiliane tossiche

Storie tossiche annoiate di provincia

Ragazze emiliane padane e la marijuana come cura alla noia

Storie tossiche annoiate di provincia

ELETTRICA TOSSICA

Aloha sorella rossa, questo le sarebbe rimasto per sempre 

Elettrica era veramente una ragazza di morale integerrima, dritta come una spada.

Seguendo idee dei grandi eroi del passato che predicavano sobrietà di costumi, sessuali, morali, vedi…

Vedi NESSUNO, tutti bevevano come spugne e fumavano come ciminiere, lei…lei…

IO NON MI SONO MAI UBRIACATA, NON HO FATTO UN CAVOLO…

Non ho mai…sono ancora vergine a vent’anni, vedi te che vita da palla al piede di me stessa.

Brontolava spesso a sè stessa stando accasciata davanti allo specchio che rifletteva…

…quella bella rossa, riccia, bella, col naso all’insù, con le lentiggini rosse, perennemente in conflitto con…

…SOLO CON TE STESSA, BELLEZZA. GLI ALTRI SE NE FREGANO!

 

ELETTRICA E IL RAGAZZO RASTA

Una mattina, mentre metteva a posto la catena del suo ferrovecchio di bici aveva sentito un odore acre nell’aria provenire da…da qualche parte.

Odore di marijuana, aveva detto ad alta voce mollando la bici per terra e correndo sul lato della casa, mettendosi a sbirciare al di là.

I suoi classici pantaloni militari e maglietta verde guerriglia la facevano confondere con la siepe, ma i capelli rossi l’avevano tradita.

STORIE TOSSICHE ANNOIATE DI PROVINCIA

Aloha pace, sorella, aveva sentito dal palo della luce.

Aha, spiona fallita, in guerra saresti già morta, aveva pensato mordendosi le labbra.

Quindi si era esposta e aveva visto un tizio rasta seduto su una panchina comunale a tirare a…hai capito a cosa tira, cara.

Alle superiori aveva visto spesso certi suoi compagni di classe fumare erba nel cortile della scuola sbattendosene altamente di venire scoperti.

L’odore le era chiaro e netto come una lampadina da 100 watt nel buio più tenebroso.

Ragazze padane tossiche

Aloha sorella, aveva detto il tipo di nuovo. Elettrica era uscita allo scoperto con le mani dietro la schiena facendo finta di niente.

C…ci…ciao, aveva replicato titubante.

Lui le aveva fatto un cenno di venire aventi, vieni avanti, non ti mangio sorella.

La “sorella” era avanzata e si era fermata davanti a lui lisciandosi i capelli nervosamente. Mi piace questo posto, sorella, aveva detto stravaccato a gambe aperte.

Mi fai compagnia? Fumiamo assieme. Lei aveva replicato che non fumava, non aveva mai…

Ehi tu, aveva detto poi mettendosi le mani attorno alla vita, tu chiami tutte quelle che vedi la prima volta SORELLA?

Il tipo si era messo a ridere e aveva tirato fuori dalla tasca della camicia un altro razzo.

Hanno importanza i nomi?

Ele, pensando al suo, a suo avviso nome spaventoso, aveva fatto di no col capo. E allora, aveva replicato il rasta sghignazzando, chi se ne frega dei nomi.

Rossa…sorella rossa ti piace?

Elettrica aveva fatto un sorriso e aveva fatto di si col capo. Beh, anche tu non sei una che parla molto, mi piaci sorella rossa.

Sedendosi a opportuna distanza aveva visto arrivare il petardo e con mano tremante lo aveva preso.

Lui non l’aveva degnata di uno sguardo, con sua quasi irritazione. Guarda questo, aveva pensato tirando il joint di marijuana, lei che non aveva mai fumato e…puah!

Si era messa quasi a tossire, ma non lo aveva fatto per non essere inferiore. Il rasta aspettava di riavere il pezzo.

Elettrica nella furia lo aveva quasi fumato tutto aspirando nei suoi poveri polmoni quello che non aveva mai fatto nella sua vita.

Il risultato non si era fatto attendere. La ragazza aveva cominciato a vedere fosco, sentirsi bruciare il petto, senso ubriacante di…

…non capiva bene cosa e quindi LUI le si era avvicinato e le aveva preso il viso tra le mani.

Non capendo niente, oddio mi bacia, nessuno mi ha mai baciata, le aveva soffiato in bocca una quantità industriale di fumo che aveva naturalmente respirato.

Tieni sorella rossa, pace e amore. 

Quindi il mondo si era di colpo sfocato, ma in maniera più piacevole. Il mondo era diventato viola, rosa, divertente.

Molto divertente, tanto divertente da farla ridere e ridere e ridere fino a cadere a gambe all’aria tenendosi la pancia.

Il ragazzo aveva riso con lei, ad un momento se ne era andato dopo averle dato un bacio sulla fronte, aloha sorella rossa, grazie della compagnia.

Ma Elettrica non se lo ricorda, il mondo è bello, il mondo è blu, le mille bolle blù…

…da quando sei andata via non esisto più
il mondo è grigio il mondo è blu, Cuccuruccuccù Paloma!

 

Albert 19/3/2021

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

35 thoughts on “Storie tossiche annoiate di provincia

        1. Tuttinsiemeappassionatamente.

          Il mondo dell’arte è molto promiscuo. Direi troppo. Pieno di compromessi e sottomissione e agli istinti della metà inferiore del corpo. Compresi cacca e piscia.

          E, la sto dicendo grossa eh, non mi riferisco solo all’ambinetino accademico, ma a tutto quello para(culo)llelo attorno al quale gravitano figuri di dubbia valenza umana e culturale, professoroni, critici, storici e curatori.
          I galleristi! Ah, i galleristi! Dovrebbero essere protetti dal WWF.

        2. non conosco dall’interno nessuna accademia dell’arte, a volte mi chiedo come sarebbe andata la mia vita se dopo le medie avessi optato per il liceo artistico e poi per l’accademia d’arte di Firenze. Disegnatore di fumetti ? Boh, non lo saprò ovviamente mai.

        3. sì i disegnini li faccio io, ma sono cazzatine fatte per divertirmi e divertire i pochi follower. Sul “se avessi fatto ” … ovvio che è solo un gioco mentale. In fondo non ho quasi nessun rimpianto per le scelte che ho fatto. So che non sarei mai stato un vero artista e forse nemmeno un decente disegnatore di fumetti. E poi chissà se in fondo ho davvero fatto io le scelte o se sono state in un certo senso le uniche possibili. Ad esempio, perché non sono diventato un maestro di karate? Avevo davvero la possibilità di scegliere di farlo, o l’idea di aver poter scegliere diversamente è solo posteriore alla scelta già fatta? Beh … ti assicuro che non mi sono (purtroppo) fatto una canna, ho solo un fortissimo attacco di emicrania 🤣

        4. 😊 beh ti assicuro che fai divertire i tuoi follower, magari farne un album o una raccolta e darli a vedere a qualcuno del settore? Finché non siamo morti tutto è possibile, se si perde questa speranza è davvero una chiavica 😊

        5. Già provato con quelli del settore … troppo porno per gli standard perbenisti attuali. Dovrei sentire i francesi … (ad esempio la casa editrice dynamite) ma loro pubblicano fumetti, non illustrazioni. E quindi va bene così.

        6. Mah credo che ogni ambiente faccia storia a sè e vada valutato di volta in volta. Quello che ho frequentato io era pessimo. Ma come ho scritto ad Albert, ho trovato pessimo l’intero sistema dell’arte locale.

          Quando dovevo incontrare Giancarlo Politi, direttore di Flash Art e non solo, sono stata ampiamente avvisata delle sue speciali tecniche di comunicazione.

          E vabbuò.

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