Ricordi della mia compagna di banco

SCUOLA ANNI 90, I NOSTRI COMPAGNI DI BANCO @ A scuola comandavano le ragazze, noi maschi eravamo comprimari @ Storie liceali degli anni 90

DOVE CI METTIAMO IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO?

 

ll prossimo anno ci mettiamo in seconda fila vicino alle finestre, aveva detto Michy, la mia compagna di banco agli inizi di giugno, quando l’anno scolastico era ormai alla fine.

Guarda, aveva detto puntando l’indice, si vede meglio alla lavagna e, metti che Lorenzo e la Sofia cambino sezione o vengano bocciati come sicuramente sarà, ma mia collega era sicura al 100% che si sarebbero tolti dalle scatole in un modo o in un altro.

Così però sarà difficile copiare da sotto il banco oppure…No, senti, chiariamo, tu stai dalla parte della finestra e io sto vicino alla Deborah, anzi starò vicino a lei e tu puoi stare con Massimo.

Ma no, avevo detto contrariato, imbarazzato e balbettante, guardandomi la punta delle dita. Gli puzza il fiato come una fogna e poi non voglio che tu vai dalla Deborah…quella là…quella là…

Michela si era messa le mani incrociate, come faceva sempre quando c’era qualcosa di strano. Anche tu puzzi di fumo quando torni dal cesso e devo sopportarlo…Eh…in effetti, hai ragione, mangerò mentine.

Mentine…aveva detto lei sbuffando. Si chiamerebbe rispetto e poi…

La mia compagna di banco mette le carte in tavola…anzi sul banco

http:/https://www.youtube.com/watch?v=D2y_dCDlpNA

 

Poi ogni tanto sei pesante, dici cose senza senso. Sempre le mani incrociate e sguardo freddo ma con quella sua punta di dolcezza burbera che la faceva adorabile.

Beh…prometto…(mento mentendo)…che…non fumerò più e me ne starò zitto. Michela aveva allora alzato le spalle e si era messa a scrivere.

Adesso stai zitto che devo concentrarmi per il compito di latino.

Dopo altri attimi di silenzio riflessivo avevo detto…

…Voglio continuare a stare in banco con te.

Perchè? aveva chiesto lei con finta freddezza. Perchè…perchè si.

Poi silenzio. Imbarazzato silenzio. Cogito ergo sum

C’era stato l’ultimo compito di latino del secondo quadrimestre, poteva valere come riparazione per evitare l’esame a settembre o la bocciatura.

Alla fine della mattina, un pò nervosa per vari motivi, aveva preso il mio diario senza chiedermi il permesso.

Si era messa a scrivere nelle ultime pagine con la sua calligrafia tonda, i puntini sopra le I tondi, le gambe delle G fatte tonde. Scrittura da ragazza di 16 anni.

Fatto ciò mi aveva lanciato il diario, aveva preso lo zaino ed era andata nel banco della Deborah a chiacchierare. L’ora di religione era più libera da regole da seguire. Si faceva quello che si voleva.

Seccato perchè era andata da quella quattrocchi intellettuale della Debo avevo aperto il diario convinto di leggere vaffa o robe simili.

C’era scritto: Il prossimo anno saremo SE CE LO  LASCERANNO FARE, staremo in banco insieme. A scuola saremo inseparabili.

Michi XXX

 

A te cara Michela, indimenticata compagna di banco, ovunque tu sia finita

 

Albert 15/5/2021

 

http:/https://www.youtube.com/watch?v=HNSQLgPZlpc

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

41 thoughts on “SCUOLA ANNI 90, I NOSTRI COMPAGNI DI BANCO @ A scuola comandavano le ragazze, noi maschi eravamo comprimari @ Storie liceali degli anni 90

        1. Si dico la verità piacciono anche a me. Adoro conventi e monasteri. Ma l’istituzione secolare meglio che non parlo

        1. Ahahahahha gli amori tormentati e gelosi del liceo.. Michi comunque ti ha proprio colpito/segnati eh!😁

        2. Diventano altro tipo di eroi😊 quelli della consapevolezza, per esempio.. ma.. shhhh🤫… non è il momento e torniamo all’ultima fila dei banchi!

  1. Nel mio piccolo romanzo ambientato poco prima della caduta del muro in Germania del Est, la protagonista sta per fare la maturità, nella scuola EOS (=liceo). Io, nella mia vita reale, avevo un compagno di banca, che ha letto questo libro con particolare interesse. Voleva riconoscersi in un ragazzo del romanzo, compagno di classe, per quale la protagonista aveva una cotta nascosta. 😉
    Inutile dire, che tutto è un misto fra vissuto e finzione, sono felice di lasciarlo credere.

    Magari Michi lo legge, poi tirati tu fuori dei casini 😆

    1. Bello, interessante, chissà come era la Schule nella DDR del Tovarish Honecker 🙂 Ahah, non credo che leggerà mai e neanche vorrei che leggesse. Meglio lasciare al segreto certe emozioni 🙂

      1. Puoi sempre invocare la licenza artistica. 😉😎
        La scuola nella DDR? Si imparava molto, non ci si perdeva in discussioni infinite. Per tutti lo stesso programma, non dipendeva dalla regione e nemmeno dal particolare insegnante. Peccato che allora non avevamo il test di Pisa sarebbe stato interessante vedere come avremmo fatto noi dell’Est.

        1. Secondo me la scuola era meglio di quella italiana o quella occidentale piena solo di tante parole inutili e pochi fatti concreti. Sicuramente severa e giusta, chi è bravo va avanti e chi no va a fare lavori utili per la società, kein Schwachsinn 🙂

        2. Io ho visto molto bene e tante volte il socialismo in ex Jugoslavia dove ho parenti, erano più poveri e non c’era il falso benessere del consumismo occidentale (che loro sognavano, oggi si sono pentiti e rimpiangono il socialismo) Penso che tu conosci bene, quindi inutile parlare di come è oggi. Però a Dresden hanno fatto un bel lavoro di restauro, questo sicuramente

        3. Dresden, so scrivendo proprio adesso … appare nel mio prossimo post!
          In Jugoslavia non sono mai stata ai tempi, erano troppo “ovestizati” per il gusto della DDR. Invece dopo, partendo da Italia, si. Fino a Dubrovnik. Visitando anche Piran, il paese di origine del padre del mio marito.
          Ma quanto stiamo divagando, partendo dalli ricordi del liceo 😉

        4. Perchè la Jugoslavia non era nel patto di Varsavia ma paese senza influenza dell’Unione Sovietica 🙂 Io vedo il duomo di Pirano da casa, ich bin ein Triestiner 🙂

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