MISTERO PULLMAN FANTASMA DEL VAJONT

MISTERO PULLMAN DEL VAJONT

MISTERO PULLMAN DEI MORTI DEL VAJONTMISTERO PULLMAN DEL VAJONT

ALTRI APPROFONDIMENTI SUL PULLMAN FANTASMA                            DELLA NOTTE DEL VAJONT

Spezzoni da un paio di articoli di Paolo Rumiz e alcuni contributi personali

Ti dicono che la leggenda della corriera scomparsa con un carico di stranieri nasce subito dopo la tragedia del 9 ottobre 1963, quando dal fango riemerge un corpo diverso da tutti gli altri.

È una donna senza nome.

Una donna bionda, con gli occhi azzurri. La portano alla morgue, ne cercano i parenti ma nessuno la riconosce.

Ha le gambe depilate e le unghie con la lacca.

Nel timorato Veneto Anni’60 non ne hanno mai viste di donne così. La gente mormora: dev’essere tedesca, forse olandese. Di certo, deve venire da un Paese più a nord del Veneto.

Ma nessun Paese straniero lamenta dispersi, l’ipotesi è scartata.

Il mistero continua a dormire nella fantasia collettiva. Dorme fino a quando, nel maggio ’64, il 19enne Alvise Maso venne assunto per lavorare al consolidamento del ponte ferroviario sul torrente Maé, squassato dall’ondata di pietrisco.

Nel tempo libero, l’operaio cerca ferrovecchio tra le pietre, per arrotondare lo stipendio. Finché un giorno la scavatrice urta una cosa metallica.

È una corriera, capovolta e senza ruote. Dentro, una massa scura, nella quale non si distinguono corpi.

Fango? Il fetore è insopportabile, lui pensa che sia di decomposizione.

Gli torna in mente la storia dei tedeschi o olandesi e si spaventa. Chiama sul posto una coppia di amici, e questi gli spiegano che sta scavando senza autorizzazione.

Dunque è meglio coprire tutto in fretta e TACERE!

Maso tacerà per 38 anni e per 38 anni nessuno toccherà le pietraie del Maé.

Vi s’oppone perfino la polizia: in profondità ci sono bombe d’aereo inesplose, roba degli Alleati a fine della seconda guerra mondiale. Intanto c’è altro da pensare.

La valle cambia, cominciano gli anni del cemento. Ci sono 400 corpi ancora da trovare, ma in fondovalle nasce la nuova zona industriale, così vicino al Piave che il fiume pochi anni dopo sé la porta quasi via.

Il paese ricomincia a vivere, ma le ferite nell’anima non si rimarginano.

Così, nel momento in cui la lunghissima istruttoria sul disastro si conclude inchiodando l’Enel alle sue responsabilità, i primi risarcimenti attivano gli appetiti di alcuni e la memoria disperata di altri.

E nel ’93, quando l’attore Marco Paolini – con l’orazione civile sul Vajont – sbatte in faccia al Paese quella tremenda storia, il tappo della rimozione si rompe, diventa una nuova onda di piena. Riemergono brandelli di vite.

E il fantasma della corriera riappare…

Il racconto è verosimile. Arrivano í militari, con i metal detector, “sentono” in profondità molto ferro. Un traliccio, soprattutto. Ma nulla ha le dimensioni della corriera.

A quel punto si solleva il polverone, la storia arriva sui giornali, si gonfiala psicosi che qualcuno nasconda qualcosa. Qualcuno trova ossa tra le pietre.

I medici dicono: sono di animali.

Ma il rinvenitore non si rassegna.

«Quello che si deve fare sarà fatto nei tempi dovuti – assicura il sindaco – ma avrei preferito che questa cosa avvenisse senza clamori. Il Paese mi chiede di lasciare i morti in pace.

Il fatto è che ci sono alcuni che non se la danno, questa pace. Si è cercato sulle ghiaie del Maé con un ciondolo da rabdomante. Ecco: non capisco tutta questa fretta dopo tanto tempo dalla tragedia».

In realtà, ti dice la gente, qui c’è ben altro che la corriera da disseppellire.

C’è la zona industriale sul Piave, nel posto più pericoloso della valle.

C’è lo stupro edilizio Anni ’70.

Ci sono i soldi della legge sul Vajont con cui s’è costruita la superstrada per la spiaggia di Lignano e la funivia per le Tofane, la “Freccia del cielo”.

Ecco, forse le vere corriere sepolte sono quelle.

Albert 8/7/2021

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

9 thoughts on “MISTERO PULLMAN DEL VAJONT

    1. Beh era giusto dare qualche info in più, su argomenti vecchi ma attualissimi. I potenti comandano (pochissimi ma molto influenti) il popolo obbedisce e sta zitto rabbonito da qualche zuccherino (vedi calcio)
      Buona serata

        1. Io sono proprio a pezzi! Ultimo colloquio distruttivo quindi non so la mia ombra, quel poco che resta di me, cosa mi farà fare 😂 per ora devo procacciare il cibo, dopo aver fatto mangiare le 3 bimbe mie 🐹🐹🐹😂

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