LA SCUOLA I RAGAZZI LA PIAZZA IL BAR
GUARDO LE EDICOLE STRANE PER NOIA
Piero il figo, Piero lo yuppie, Piero il fantastico, il tossico, il riccone, il finto proletario, lo spavaldo eccetera il rampollo di buona famiglia che frequentava la famigerata IV B del nostro liceo…
…un tardo pomeriggio passeggiando in solitudine per la solita piazzetta della nostra colorata periferia, mani in tasca e sigaretta di ordinanza ai lati della bocca…
…si era fermato con arrogante fermezza davanti l’edicola del siòr Gianni…
…dirimpetto al caro bar Stella della Stella, gran gnocca quella Stella, prima o poi se la sarebbe portata a letto anche se aveva qualche anno più di lui e…
…e la vetrina dell’edicola tappezzata a lucido di riviste a luci rosse.
Nuovi prodotti in VHS tra l’altro, ammazza. Cappuccio in testa, sbirciata che nessuno di sua conoscenza fosse in giro e..
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BUUUUHHHH!!!
LA SCUOLA I RAGAZZI LA PIAZZA IL BAR
PIANGE IL DOLORE SUGLI OCCHI DEI VERI AMICI
Colpo sulle spalle, due occhi vispi e ironici. La Michelina, con le mani dietro alla schiena, era incollata dietro di lui.
Sei un porco!
Piero, preso alla sprovvista che più di sprovvista non si poteva, l’aveva presa per una mano e trascinata via. Michy però aveva sciolto quell’intreccio non desiderato.
Ehi, niente manina, non siamo insieme noi due, poi adesso che so che sei un maniaco di riviste porno non lo saresti proprio.
Piero l’aveva fissata in un mix tra stupore e odio.
Come hai osato venirmi alle spalle, spia?
La Toffee era arretrata di un passo. La mammina non ti ha insegnato che non sta bene stare a ficcare il naso nella vita degli altri?
La lei si era messa le mani in tasca scuotendo il capo. Io..non…
No tu stai zitta, stronza di una strega psicopatica e…SBAMMM.
La Michelina gli aveva mollato una sberla.
Stai dicendo parole che non credo…non credo di meritarmi.
Da…un amico…o forse lo pensavo io.
Il bel Piero finto proletario si era messo una mano sulla guancia fissando gli occhi lucidi e delusi dell’amica di scuola e di compagnia.
La fissata del Vasco, quella stramba Toffee gli era apparsa di una bellezza infinita.
Fragile come il cristallo nella tempesta, una tempesta nera, camicie nere. Il nemico da distruggere.
La ragazza stava per aggiungere qualcosa, forse piangere. Piero si era sentito l’ultimo dei deficienti.
L’aveva abbracciata di istinto. Scusa, sono stato uno stronzo.
Lei aveva lasciato fare senza fare la bisbetica offesa.
Quindi si erano fissati e aveva indicato la bella Stella si stava sorbendo le chiacchiere e i sigari di Tango l’ubriacone.
Ti perdono ma offri e offri di brutto, caro il mio maniaco.
Bevendo birra Michela e Piero erano rimasti per un pò a parlare a monosillabi.
Poi complice l’alcool l’atmosfera era finita a prendersi in giro.
In giro, gira nel mio cerchio, giura quel che vuoi, non mi dire la ragione perchè lo fai (Litfiba)
Albert 3/9/2021
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Noi li trovavamo in collina , c’erano due o tre e posti dove li trovavi sempre, mai capito perché li lasciassero lì.
Eh capisco bene, c’erano alcuni luoghi che era meglio di una vendemmia. Di tutti i tipi, abbandonati. Forse c’era un commercio sotterraneo del tipo lascia un po’ poi ne lascio altri in cambio o robe simili
Non lo so , sta di fatto che ci facevamo la caccia.
Mi ricordo ancora quelle in bianco e nero con le foreste nere ed in carta patinata ! anni ’70 !
Le foreste nere? eheh, buone quelle 🙂