GLI 883 E LA NEBBIA

IO GLI 883 E LA NEBBIA PADANA

 

IO GLI 883 E LA NEBBIA PADANA

Io che ascolto gli 883 nella nebbia padana. La noia domina la provincia.

ELETTRICA RACCONTA LA VITA DI RAGAZZA DI PROVINCIA

Salve, anzi ciao Mister X, dal momento che appartengo alla generazione che voi dite Z non do del LEI ma del TU.

Abito in un posto non ben precisato della pianura Padana in un paese che potrebbe essere una somma di tutti i paesi lombardo emiliano veneti messi insieme, tanto ne vedi uno ne vedi tutti.

Le città più grandi sono solamente dei paesetti di campagna più grandi degli altri.

Case, bar, chiesa, edicola e rettilineo verso un altro agglomerato di bar, chiesa, scuola, edicola.

Forse l’oratorio delle suore o dei preti, ma non c’è sempre, devi capitare in un centro abitato abbastanza grande.

Qua ci si rompe forte, non c’è niente di interessante da fare se non stare sul cellulare tutto il giorno e se si va a scuola, si va a scuola.

Poi c’è il bar, quei bar provinciali dove i giovani come me si ammazzano di alcool e noia.

Che cavolo vuoi farci.

IO GLI 883 E LA NEBBIA PADANA

QUA NEL PAESE E’ COSI’.

CHE CAVOLO VUOI FARCI?

Se trovi un lavoro sottopagato e sfruttato in uno dei tanti centri commerciali buon per te, se no sono cavoli tuoi, miei.

Pagano poco, il calcio nel sedere è garantito se non garantisci un gruzzolo a chi ti ha assunto.

Ti fanno lavorare di più di quanto scritto nel contratto, non puoi neanche andare al cesso.

Al bagno, pardon.

La vita qui scorre lenta come le acque del Po, stagnante e pigra. Vorrei scappare per avere un grande futuro in qualche città fantastica come Parigi o New York…ma ci vogliono i soldi e non ne ho.

Mister X, il tempo e la nostra condizione sfigata non ci permettono di fuggire.

Posso solo sognare la rivoluzione.

Una rivoluzione qualsiasi per distruggere la noia.

 

Elettrica, the red girl

Albert 27/9/2021

 

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

13 thoughts on “IO GLI 883 E LA NEBBIA PADANA

  1. qua mi uccidi Albè 😀 che poi ho una riflessione in cantiere da molto, con gli “anni” … poi eventualmente saprai se e quando arriverà la mia pubblicazione. Bellissimo l’inizio, con la questione del “tu” 😀 Fattene non una ma due ragioni.. Ciao” 😀

  2. Le città più grandi sono solamente dei paesetti di campagna più grandi degli altri. Ecco qui hai fatto centro. Bello come hai descritto quei posti che un po’ sono anche miei. Ciao Alberto.

    1. Queste parole me le aveva dette a mia nonna mentre passavamo per il Friuli orientale e facevo notare che ogni buco di paese era uguale al successivo. Poi per anni ci ero andato a scuola per lavoro in volontario esilio e cazzeggiando nei pomeriggi invernali con la bici (che era della padrona di casa) per le stradine di campagna continuavo a pensare sempre la stessa cosa ma con animo più romantico. Oggi che non vedo più questi paesaggi a meno di farmi 50 km a ovest mi mancano (50 km che faccio spesso per rinverdire i ricordi in esilio).
      Ciao Saimon 🙂

    1. Sentivo ogni tanto questi sfoghi nei pullman, poi la letteratura tipo Jack frusciante, in parte la solitidine dei numeri primi, i libri di Andrea de Carlo e altri aiutano in queste riflessioni caro esimio 🙂

        1. La stessa cosa accade per gli insegnanti precari. Oggi sei assunto a tempo determinato fino a data tot, spesso i contratti li fanno da lunedì a venerdì escludendo fine settimana, festivi, vacanze di Natale ecc. Prendere o lasciare. Per fortuna, prima di passare di ruolo, ho avuto contratti annuali senza sorprese però vedo, sento e leggo di grandi ingiustizie nell’usare la materia umana, il lavoratore finchè serve e poi via, raus a calci nel sedere. I sindacati dormono, la società subisce perchè ipnotizzata dalla finta opulenza. Questo è l’attualità di un mondo che calpesta i diritti sociali nell’indifferenza di chi li subisce. Un saluto 🙂

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