L’ALTALENA, L’INFANZIA E GLI AMICI
Il cigolio delle catene delle altalene si sentiva da lontano, ben prima di arrivare nel piazzale del parco dove erano sistemati i giochi dei ragazzi.
Le altalene, erano quattro anche se la quarta era senza seggiola, erano molto più ambite dello scivolo, posto là vicino alla fontanella.
Se eri bravo e audace si potevano ottenere grandi emozioni.
Se non c’erano bambini piccoli e lori tutori tra i piedi, correvamo sulla ghiaia come forsennati dandoci degli spintoni per arrivare primi ma di norma il primo giro lo facevano i soliti prepotenti o quelli che… …quelli a cui non potevi dire no.
Oggi si chiamano bulli, all’epoca prepotenti o quelli che si sapevano far rispettare.
La differenza sta sempre nell’epoca con cui si identifica una medesima cosa.
Mentre la maggior parte di noi stava ad aspettare il proprio turno, capita sempre così all’inizio, poi la RUOTA GIRA e le situazioni si capovolgono.
Tac, un colpo con i piedi e via a muovere le gambe avanti e indietro fino a raggiungere sempre più altezza e velocità, velocità che a volte era davvero sorprendente.
L’altalena, l’infanzia e gli amici
Si vedevano andare avanti e indietro e urla di adrenalina, emozione, senso di invincibilità, di gioia e penso anche di paura, paura che le catene che reggevano il sedile si staccassero e si decollasse verso qualche altra costellazione o contro lo scivolo che stava davanti come un mostro di ferro.
Naturalmente quando noi più sfigati stavamo a guardare quelli più tosti ed audaci, passava la fanciulla del cuore che a distanza guardava con occhi languidi e sognanti LORO.
Noi, che rosicavamo in silenzio, sognavamo che davvero una di quelle catene si spaccasse con annessa mega figuraccia, ma questo non accadeva mai.
ROSICAVAMO in silenzio, le fanciulle del cuore non ci filavano minimamente, ci sentivamo frustrati…rosicavamo alla grande, mannaggia se non era vero.
Ma la ruota sarebbe girata a nostro favore…forse un giorno.
Alla fine, dopo che i nostri eroi si erano fatti anche un pò di evoluzioni in piedi sul sedile tenendosi spavaldamente per le catene, toccava a noi e anche tra noi c’era competizione che provocava litigi e parole tipo ti odierò per sempre, non sei più mio amico eccetera.
Minacce che duravano di solito pochi minuti, ma a quell’età i minuti erano come mesi, duravano un sacco, un sacco di tempo.
Era un tempo in cui lo smacco saldava amicizie, rendeva complici, amicizie lunghe come la vita.
IL PARCO E L’ALTALENA NON CI SONO PIÙ DA UN BEL PÒ
Poteva invece il mondo materiale dell’infanzia durare a lungo come l’amicizia e l’amore veri ed autentici? Il parco dei nostri giochi oggi non esiste più da qualche anno.
Nessuno lo frequentava da un bel pò per colpa dell’erba, dei rovi e degli alberi che erano cresciuti su quelli che fino a venti anni prima erano stati giochi.
Lo scivolo era caduto di lato dopo una notte di pioggia forte, gli attrezzi ginnici erano stati vandalizzati, le catene delle altalene erano arrugginite, il sedile dove sedersi spaccato.
Ne era rimasto solo uno, pericolante.
Sedendosi sopra cigolava con una voce strozzata che pareva venire dagli abissi: Dal mondo del non ritorno.
Albert 21/1/2021
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Bella storia!A Udine non c’erano altalene quando ero piccola,ma mi rifacevo a Lubiana dove per far scendere dall’altalena davo dei pizzicotti.
Lubiana è sempre stata una città di avanguardia 🙂 Grazie, hvala lepa Olga
Ci son vissuta sulle altalene e sugli scivoli, non nascondo che, se posso, ci salgo pure ora… sindrome di Peter Pan
Certo, a chi lo dici, ma non ci sono più tante altalene in giro. Quelle vecchie in acciaio erano meglio
Da noi é pieno, durano poco però
Vandali?
Eccerto…
Peccato, una volta le cose duravano di piú
Si…
Adoravo e adoro l’altalena, quando ne trovo una non resisto, mi ha sempre dato senso di libertà.
Ma nulla dura nel tempo, neanche le altalene che come pensieri se ne vanno con il trascorrere del tempo.