SONO UNA VAGABONDA DI PROVINCIA
Elettrica, ragazza rossa ventenne o poco più che abitava vicino ad un paesello della bassa padana, non aveva ben chiaro come scappare dalla noia della vita provinciale.
Quando era più piccola aveva pensato di emulare Che Guevara o Giovanna d’Arco, immolarsi per la causa della giustizia popolare, per avere il suo nome scolpito nei libri della storia e dei cuori della gente MA…
MA SONO ANCORA QUA A ROMPERMI LE SCATOLE!
PAESELLO DI PROVINCIA = ETERNA NOIA
VITA DI PROVINCIA = SOGNO DI FUGGIRE
Sul modello del testo di Vagabondo dei Nomadi si era fatta una scenografia mentale di possibili fughe e non ritorni a casa perchè ormai era maggiorenne, caspita cavolo, poteva fare e andare dove voleva.
Ma Elettrica nonostante i sublimi sogni di fuga in mondi lontanissimi, restava una semplice vagabonda di provincia che tornava puntualmente a casa all’ora di cena con mamma e nonna.
In fin dei conti non aveva un soldo in tasca e no money no glory.
ELETTRICA SI PARAGONA A CHE GUEVARA
Trovati un lavoro Ele, le aveva detto sua madre una sera vedendola contemplare il soffitto della stanza stravaccata a terra coi piedi sul muro.
I rossi capelli della strana figliola avevano ricamato il pavimento come una corolla di fiore.
Elettrica se l’era presa, permalosa.
Dove vuoi che trovi lavoro se non c’è un cavolo da cercare.
Vai a fare le pulizie. La rossa si era incavolata ancora di più.
ERNESTO CHE GUEVARA FACEVA LA GUERRIGLIA NON LE PULIZIE AI CESSI!
Cosa centra Guevara? Centra ma tu non capisci mamma, sei di mentalità vecchia. Fine del discorso.
VAGABONDA DI PROVINCIA
Sole, pioggia, nebbia fitta, Elettrica metteva in pratica la sua fuga con la sua fedele bicicletta.
Si legava i capelli in una lunga treccia per evitare di essere troppo appariscente per qualche maniaco sessuale e pedalava a tutta lena per i viottoli di campagna per dare acqua alla sua sete di fuga.
In fin dei conti anche correre poteva essere una buona medicina anche se non era la giungla della Sierra Maestra o chissà dove cavolo dove.
Oltre i boschi di pioppi lungo l’argine del Po intravede il campanile del paesello: batte le cinque del pomeriggio.
Elettrica corre come un’indemoniata tagliando la strada ad una macchina ferma ad uno STOP, suono di clacson, imprecazione, Ele mostra il dito medio.
Giunta nella piazzetta lascia la bicicletta fuori dal tabaccaio pronta a scattare con un paio di pugni in caso qualcuno avesse tentato di rubargliela.
Esce dal negozietto con una confezione di liquirizia arrotolata.
Sale in bici prima di essere riconosciuta da qualcuno e rispondere alle solite domande inutili del tipo come stai, saluta la mamma e simili e riprende la sua corsa verso la campagna mettendo in bocca la liquirizia.
Aveva sentito che Che Guevara la adorasse. Lui però andava in giro in moto.
Io ci vado in bici! Elettrica sfreccia per la campagna della bassa come un fulmine, vagabonda di provincia.
Albert 19/2/2022
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che bello vagabondare 😀 che bella Elettrica 😉
Quando hai 20 anni vagabondare è d’obbligo, quando il tempo e la libertà sono il vivere quotidiano 😉
Quando si è giovani la voglia di partire è forte: se ci si crede davvero a questo sogno bisogna provarci e se proprio non si riesce a realizzare appieno questo sogno, ma solo una piccola parte, almeno non si avrà il rimpianto di non averci nemmeno provato, 😉.
Eheh, vero, ma spesso avere la sicurezza di tornare a casetta con cena pronta, caldo in casa e lenzuola profumate fa desistere da ipotetici viaggi a senso unico. Spesso i sogni di rivolta sono disagi interiori momentanei 😉
Eh, sì: quando ci si rende conto che quel sogno, per quanto voluto e desiderato, resterà solo un bel sogno si torna alla realtà quotidiana. Nella vita, però, mai dire mai: magari quel sogno resterà nel cassetto per un po’ e magari, una volta acquisita la maturità e anche i mezzi necessari, volersi mettere in gioco per realizzare quel sogno, 😉.
Da quello che ho sperimentato nella vita è meglio quando i sogni rimangono sogni, la realtà non è come si immagina 😉
Anche questo è vero, 🙂.
¿Todas tus historias son pensamientos oníricos?
Claro, Jesús. Aventuras y pensamientos de muchachas provincianas y sus sueños 🙂