LE LUCI DELLA CITTÀ VECCHIA

LE LUCI DELLA CITTÀ VECCHIA

LE LUCI DELLA CITTÀ VECCHIA

Saba ci vedeva il fanale di un lampione riflesso in una pozzanghera, generazioni successive hanno visto il degrado e lo spopolamento. In anni più giovanili ho visto il disagio sociale, ho visto buchi di osterie con i cessi chiusi a chiave per evitare l’iniezione fatale di polvere bianca. Si usava ai tempi.

I fantasmi vagavano per le vie della città vecchia, chiedevano soldi sui marciapiedi. Sotto le rade luci della città vecchia ci andavo con gli amici giovanili, ci imboscavamo per fumare e bere di nascosto…nelle osterie di bassa lega non si facevano problemi a servirti anche se avevi 16 anni.

 

Negli anni successivi ci si andava per studiare nella biblioteca civica, per bighellonare, per incontrare amori brevissimi, per vedere come da un luogo di disagio era diventato un posto IN, guadagnandoci immagine.

 

Cambia il dialetto, la forma, la sostanza, l’evoluzione degli umani. Cambiano le destinazioni di alcuni sogni ma i sogni rimangono nella rinnovata città vecchia, i suoi bar kitsch, le sue mura antiche troppo nuove quanto troppo finte.

 

Sotto quei fanali finto antichi le mani si incontrano, le promesse si sprecano, i sogni vivono, chi non sogna muore.

Albert 14/7/2023

LE LUCI DELLA CITTÀ VECCHIA

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Sono un insegnante, attratto dalla cultura e dall'underground urbano e la sua musica, la periferia e le sue sfumature sociali, dal disagio sociale e la tematica giovanile. Amo la Natura, la letteratura del Novecento europeo, le avventure per ragazzi, i tramonti sulle valli e sulle lagune del mare d'inverno, le montagne, la neve, i boschi, il silenzio dove pensare, meditare, suonare e creare musica, collezionare dischi e libri, scrivere qualche riga qua e là su temi giovanili, personaggi femminili tragicomici e un po vintage, perchè mi piace così. Ad maiora

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